giovedì 21 aprile 2011

PIANO OPERATIVO - MATERIALE PER ASSEMBLEA DEI SINDACI


E' possibile scaricare la versione del Piano Operativo 2011 licenziata dal Comitato Ristretto del 20 Aprile us e che sarà portato in approvazione nell'Assemblea dei Sindaci già convocata per il 28 Aprile pv.

lunedì 18 aprile 2011

PIANO OPERATIVO 2011 - Indicazioni e note da parte del sub ambito di Soncino


1)
La riduzione dei fondi destinati ai servizi ed agli interventi in campo sociale rappresenta una criticità in quanto mette a rischio la tutela delle fasce più deboli della popolazione, tale dato si ritrova anche nel Piano Operativo quale diretta conseguenza dei tagli operati a livello centrale e regionale. Tutto ciò ci porta ad interrogarci sul nostro ruolo nei servizi ed in questo territorio; infatti, se da un lato rappresenta una sfida a ricercare  una diversa identità (per esempio nella costruzione di accordi e di reti solidali, nella diffusione di conoscenza, ecc),  tuttavia non si può tacere il fatto che assistiamo ad una preoccupante riduzione di risorse destinate al sostegno di micro-progetti e tutto ciò in presenza di un aumento della povertà e delle situazioni di evidenti difficoltà economica. Vi è insomma il rischio del venir meno di “strumenti di lavoro” che si traducono nel mettere in campo forme di aiuto in grado di sostenere, seppur in piccola misura, percorsi di autonomia.
Il valore, dichiarato più volte, del ruolo dell’assistente sociale si confronta con tagli netti negli ambiti della progettualità che appartiene proprio all’assistente sociale, mentre vengono mantenute forme di finanziamento a situazioni che non permettono di individuare una vera promozione.
L’esempio del fondo destinato alle famiglie che utilizzano i nidi privati è un esempio di finanziamenti vincolati e non diversamente utilizzabili che, pur esulando dalla progettualità territoriale, tuttavia rappresenta una distorsione non indifferente.

2)
Rileviamo un costante incremento dei costi aziendali rispetto ai quali non abbiamo dati di conoscenza tali da poterne valutare l’effettiva necessità.
Riteniamo l’azienda un’opportunità per il territorio e per i nostri servizi;  tuttavia l’allocazione di risorse in costante incremento, dovuta principalmente alle scelte inerenti il personale, ci sembra un dato da leggere con molta attenzione soprattutto da collocare all’interno della progettualità complessiva del distretto, aprendo uno spazio di discussione che provi a guardare lontano, oltre le contingenze.
In questi anni si è privilegiata un’impostazione burocratico-amministrativa che non è di aiuto nello sviluppo dei servizi.
Un esempio molto recente: la scheda sociale per l’ingresso in RSA. Da anni sosteniamo che è uno strumento che non aiuta la valutazione perché non consente di evidenziare le criticità che danno luogo a ricorso al ricovero come unica possibilità di scelta; ci è sempre stato detto che non si poteva modificare perché si trattava di una scheda adottata a livello provinciale. Recentemente, all’apertura, finalmente, di un tavolo di confronto provinciale tra i 3 distretti, si è scoperto che solo nel nostro distretto la scheda  è formulata con una rigidità tale da impedire una qualsiasi valutazione seria degli anziani.

3)
La gestione distrettuale dei servizi non può prescindere da un’intesa stretta sugli orientamenti che caratterizzano i servizi: assistiamo ad una sorta di “sfasatura” tra il dichiarato, le attese che arrivano da più parti e le scelte effettuate.
Alcuni esempi:
-          il servizio di tutela minori con il quale è sempre molto difficile interloquire ed individuare scelte coerenti e condivise; spesso sono diversi gli orientamenti, a volte si rilevano carenze organizzative che non aiutano;
-          da più parti emerge l’esigenza di individuare un’assistente sociale quale referente distrettuale (compresa la conduzione dei gruppi di progetto). Ciò non può essere demandato alla buona volontà dei singoli che, quasi per caso, capitano in una certa situazione (l’ultima richiesta, in ordine di tempo, arriva dalla Procura). Se tali richieste hanno ragione d’esistere, occorre trovare a livello distrettuale le risposte e quindi occorre interrogarsi rispetto agli assetti organizzativi;
-          il servizio di emergenza sociale: solo casualmente si è saputo che, da maggio, non sarà più la coop. Iride a gestire il servizio. Riteniamo che, trattandosi di un servizio che ha strette connessioni con il servizio sociale,  sarebbe stato opportuno ripristinare il tavolo di confronto tecnico prima di procedere ad una modifica delle modalità di gestione, peraltro ad oggi ignote.


4)
Nel piano operativo non vi sono fondi per la formazione degli operatori sociali comunali, formazione invece garantita ai colleghi dell’azienda. Proponiamo che venga definito un piano formativo congiunto per le  assistenti sociali di CSC e  quelle dei comuni.

Si segnala che la formazione continua per gli assistenti sociali è fondamentale per la qualità del lavoro ed è anche un obbligo imposto dall’Ordine per esercitare la loro professione (da quest’anno è un vincolo l’acquisizione di 30 crediti formativi –equivalenti a 30 ore). Se nel Piano Operativo fosse riconosciuto anche un minimo finanziamento in merito e fosse sottolineata l’obbligatorietà della formazione, le stesse Amministrazioni Comunali comprenderebbero maggiormente l’importanza della formazione continua dei propri operatori garantendo la loro presenza nei vari momenti formativi.

lunedì 4 aprile 2011

PIANO OPERATIVO - IL TESTO PER IL CONFRONTO NEI SUB AMBITI

Si allega il testo del PIANO OPERATIVO 2011 che sarà portato nel mese di aprile al confronto tecnico politico nei sub ambiti territoriali.

Questo testo sarà inoltre oggetto di confronto nel Tavolo Locale del Terzo Settore.