PRIMO INCONTRO
Al gruppo del 09/04/2015 hanno partecipato 26 persone, appartenenti a realtà diverse: comuni, cooperative sociali, associazioni, fondazioni, diocesi, enti di promozione sociale…
Al gruppo del 09/04/2015 hanno partecipato 26 persone, appartenenti a realtà diverse: comuni, cooperative sociali, associazioni, fondazioni, diocesi, enti di promozione sociale…
E’ stata presentata ai partecipanti
una sintesi dell’azione progettuale 2 - Laboratori
di comunità (vedi estratto), nella quale sono esplicitati gli obiettivi del gruppo di lavoro:
-
spazio di pensiero per tradurre la
progettazione in linee operative, che non saranno attuate dal gruppo stesso ma
che chiameranno in causa i diversi contesti;
-
costruzione condivisa dei criteri
per individuare i contesti nei quali si potranno attivare i laboratori di
comunità;
-
costruzione dei criteri per
individuare i community maker;
-
costruire i criteri di utilizzo del
budget, che non sarà gestito dal gruppo stesso ma che verrà finalizzato
all’interno del singolo laboratorio di comunità;
I partecipanti intervenuti, hanno
evidenziato inizialmente una difficoltà a comprendere nel concreto l’attuazione
delle linee progettuale presentate.
A seguito di alcune esemplificazioni
ed esperienze di altri territori e dal confronto all’interno del gruppo, sono
emerse alcune osservazioni:
-
necessità
di affrontare il lavoro sociale a partire da nuovi punti di vista, a partire da
una nuova ottica più orientata alla vicinanza ai territori e al lavoro
integrato con le realtà presenti per un’azione sia preventiva sia promozionale
e non riparativa
-
intercettare
e valorizzare le persone e le realtà già attive nei contesti, come
pre-condizione per l’attivazione dei laboratori
-
i
contenuti e le azioni dovranno essere determinati ed individuati direttamente
dai territori
-
l’azione
laboratori di comunità si intreccia
con le altre due azioni del progetto, Patti
gener-attivi e civic centre, in una logica di integrazione e maggiore
efficacia progettuale
-
importanza
di intercettare le realtà del mondo profit, non solo quelle coinvolte nei
laboratori di comunità nelle imprese, ma in stretta integrazione con il resto
del tessuto sociale
-
in
merito alla definizione dei criteri per la scelta dei contesti nei quali
attivare il laboratorio, si riflette in fase iniziale sull’opportunità di
individuare “i terreni già fertili” o anche se ri-attivare i legami interrotti in
contesti isolati.
Il gruppo propone la data per il
nuovo incontro:
Lunedì
20 aprile 2015 alle ore 16
Sede dei
Servizi Sociali Comune di Crema
Via
Manini, 21
per:
-
approfondire le caratteristiche del lavoro di
comunità e condividerne i punti fondamentali
-
iniziare a ragionare sui criteri per l’avvio dei
laboratori di comunità
SECONDO INCONTRO
Il gruppo di lavoro,sollecitato da
un elaborato del quale si allega copia,
riprende e approfondisce il
senso,la finalità’ e i punti fondamentali del lavoro di comunità', condividendo
5 parole chiave che stanno alla base
dei laboratori di comunità':
- responsabilizzazione
- collaborazione
- partecipazione
- relazioni
- competenze
Si sottolinea di nuovo che le
risposte e le tipologie di azioni saranno decise dai laboratori stessi, mentre
compito del gruppo di lavoro è deciderne linee guida e criteri.
Dal confronto dei partecipanti si
iniziano ad individuare e condividere alcuni criteri per l'individuazione
dei contesti in cui avviare i laboratori di comunità':
·
differenziazione e diverse
dimensioni dei
contesti. A titolo esemplificativo:quartiere piuttosto che zona sociale,
condominio/complesso ERP, paese o insieme di piccoli paesi o un territorio che presenta
problematiche omogenee.
·
Individuazione
di terreni fertili sia perché il progetto
è complesso sia per poter rispettare i tempi di avvio dei laboratori, previsti
per settembre, intendendo per terreni fertili quelli che presentano una
molteplicità di attori che si muovono e sono in relazione tra di loro, anche se
non codificati da forme giuridiche oppure dove ci sono potenzialità anche se
ancora sommerse. Attenzione da riservare anche a potenzialità del mondo profit
(es. negozio, piccola realtà artigianale, ecc.). Sperimentazioni che,
consentendo riscontri diversificati, possano permettere per i due anni
successivi di fare valutazioni più' significative.
N.B. : Partire da terreni fertili non significa mettersi a ruota
di esperienze o azioni già' in essere per finanziarle, ma valorizzarle per
attivare una progettazione partecipata, che parta da una lettura comune di
bisogni e risorse.
Per quanto riguarda i laboratori
di comunità previsti all'interno dei luoghi di lavoro, si condivide
l'opportunità di poter differenziare anche i contesti lavorativi: impresa
pubblica/impresa privata/privato sociale/ente gestore. L'ideale sarebbe
un'impresa di medie dimensioni: dai 50 agli 80 dipendenti.
Criteri condivisi per
l'individuazione di laboratori nei luoghi di lavoro:
- azienda già'
disponibile.
- Impresa con
esperienze già in atto (Conciliazione tempo/lavoro, rapporti collaborativi con
i sindacati, attenzione al benessere del lavoratore inteso come valore non
solo per la comunità, ma anche valore aggiuntivo per l'impresa)
- aziende che già
hanno una relazione con il territorio.
Verrà proposto a breve un incontro
con le altre organizzazioni sindacali, oltre alla CGIL che ha partecipato
attivamente a tutti gli incontri, al fine di favorire il confronto sui criteri
di individuazione delle aziende e, successivamente, verrà proposto anche un
incontro con le associazioni di categoria firmatarie dell'accordo di rete del
progetto.
Il gruppo propone la data per il
prossimo incontro:
Lunedì 11 maggio 2015 alle ore 16
Sede dei Servizi Sociali del Comune di Crema
via Manini 21
per:
- mettere sul tavolo idee e
proposte per approfondire e definire ulteriormente i criteri per
l'individuazione dei contesti dove avviare i laboratori di comunità;
- approfondire i criteri per
l'individuazione del community maker, sui quali non ci si è ancora confrontati.
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