lunedì 13 aprile 2015

IL NUOVO PIANO DI ZONA 15/17: LA PREMESSA

Una nuova tappa … del percorso
A premessa di ogni successiva illustrazione, riteniamo importante e basilare evidenziare come questo “Nuovo Piano di Zona” si ponga in piena continuità con gli orientamenti, i contenuti e i lavori che hanno caratterizzato gli anni 2012, 2013 e 2014.
Non si giustificano, infatti, i contenuti che seguono, se gli stessi non vengono collegati ai percorsi realizzati in precedenza.
In particolare, preme richiamare l’importanza che ha avuto il lavoro di Riorganizzazione del Servizio Sociale Professionale sviluppatosi dall’autunno 2012 fino al mese di febbraio del 2014.
All’interno di uno scenario istituzionale complesso che ha visto le amministrazioni locali impegnate in confronti e discussioni per le “funzioni associate”, grazie a questo lavoro abbiamo dato spazio ad una profonda riflessione sui contenuti del lavoro sociale, sul valore e sul significato dell’essere servizio sociale, oggi e nel nostro contesto territoriale.
Dopo una prima fase di analisi valutativa, sono state formulate le linee guida per la riorganizzazione dei servizi. Molti dei contenuti previsti non hanno ancora trovato attuazione, anche se alcuni territori sono riusciti ad  avviare un ripensamento del proprio modo di agire e di organizzarsi.
Su questa base il Nuovo Piano di Zona prevede la definizione di obiettivi con forte valenza organizzativa per il servizio sociale territoriale e distrettuale, che riportano all’attenzione in chiave attuativa molti dei contenuti già presenti in quel documento.
Un secondo filone di attività che ha guidato il nostro lavoro nell’anno 2013 e che sosterrà nuovi obiettivi di questo Piano è stato il percorso per la costruzione del Sistema unitario di accesso alla rete dei servizi. In particolare ricordiamo il complesso lavoro di costruzione di modalità comuni di accesso alla rete di servizi diurni per disabili che ha visto impegnati ad un tavolo comune gli enti locali, gli enti gestori, le associazione dei famigliari e l’azienda consortile.
Sulla base di questa esperienza e sulla spinta delle nuove indicazioni previste dalla riforma dell’I.S.E.E., il Nuovo Piano di Zona è un’occasione programmatoria importante per fare un passo avanti nella direzione di modelli e sistemi unitari di accesso, superando la situazione di frammentarietà che ancora caratterizza il territorio cremasco in nome di una illusoria “autonomia” decisionale che nei fatti ed in modo inequivocabile pone a serio rischio la tutela dei diritti della persone di poter accedere a opportunità e servizi in modo equo e garantito.
L’anno 2014 è stato inoltre caratterizzato da un grande lavoro di riflessione a partire dalle opportunità offerte dal Bando promosso dalla Fondazione Cariplo dal titolo “Welfare di comunità e innovazione sociale”.  La dimensione comunitaria del lavoro sociale, indicata nel Piano di Zona 12/14  quale componete basilare del nostro processo di evoluzione territoriale, ha quindi potuto essere oggetto di un importante lavoro di  progettazione territoriale, prima di natura distrettuale e poi in accordo con gli altri distretti di Cremona e Casalmaggiore, per giungere infine alla elaborazione del Progetto “Wel(l)FARE legami” che ha ottenuto finanziamento Cariplo. Questa progettualità si realizzerà nel triennio 2015-2017 e molti degli obiettivi indicati nel “Nuovo Piano” saranno coincidenti con gli obiettivi di “Wel(L)FARE legami”. Il progetto darà contenuti al Piano di Zona e il Piano di Zona sarà elemento di risonanza e di sviluppo programmatorio dei contenuti del progetto.
Questi anni sono anche stati “una palestra” per allenare nuove dimensioni relazionali tra i diversi attori del territorio.  Nel 4^ Piano di Zona chiedevamo ai comuni di divenire “Imprenditori di reti”. Lanciavamo lo strumento della “co-progettazione” quale nuova forma di alleanza tra pubblico e privato a favore dell’interesse comune. Parlavamo di “sussidiarietà circolare” quale evoluzione di modelli precedenti che limitavano le possibilità di incontro e di relazione tra pubblico e privato.
Grazie al lavoro di questi anni siamo giunti ad uno scenario attuale che evidenzia:
• la tendenza a creare alleanze tra diversi soggetti sia istituzionali sia delle società civile; alleanze spesso inedite per i soggetti che le compongono e per la forma che assumono le relazioni fra essi: un maggiore equilibrio fra i ruoli dei soggetti pubblici e privati, con un coinvolgimento diffuso della comunità, per esempio in modo da rispondere a un urgente bisogno abitativo o lavorativo ed anche ad esigenze familiari di tipo educativo;
• il tentativo di articolare gli interventi rompendo i confini settoriali di origine burocratica amministrativa, orientandosi invece a seguire i bisogni della persona in modo più integrato, investendo contemporaneamente ambiti contigui come il reddito, il lavoro, la casa;
• un approccio diverso alle risorse che prevede di affiancare quelle istituzionali tradizionali con risorse private e finanziamenti di origine europea, spesso mettendo in luce un approccio attivo; tanto da far sì che, anche a fronte della diminuzione delle risorse disponibili sulla base dei preesistenti canali istituzionali, sia stato possibile realizzare interventi significativi con finanziamenti di altra fonte;
• la fatica a lavorare in rete: conoscersi e riconoscersi, condividere senza perdere la propria identità, senza specchiarsi nella propria soggettività, curando i nuovi legami che si creano lavorando insieme;
• l’avvio di un nuovo paradigma pubblico/privato, un cambio del modo di rapportarsi del pubblico nei confronti del Terzo settore attraverso lo strumento della co-progettazione, nella quale si chiede non solo di rigenerare le istituzioni in questo periodo di crisi ma anche promuovere una diversa idea di sviluppo (oltre la sola logica del costo).
Questi ed altri processi maturati nel territorio influiscono sia sugli equilibri tra i diversi soggetti in campo e  saranno fondamento di ulteriori obiettivi che andiamo a definire per il nuovo triennio. 

Fatta questa premessa che pone in evidenza la continuità e la relazione diretta tra gli obiettivi del 4^ e del 5^ Piano, ripercorriamo le tappe dei lavori per la costruzione del nuovo documento di programmazione che ha visto impegnati i seguenti organismi:
  • Ufficio di Piano di Crema
  • Gruppo di Lavoro integrato composto dall’Ufficio di Piano allargato agli operatori dei servizi pubblici e del privato sociale che già avevano preso parte ai percorsi “Riorganizzazione dei Servizi Sociali” (2013) e “Welfare di comunità e innovazione Sociale” (2014)
  • Comitato Ristretto e Assemblea dei Sindaci
  • Coordinamento ASL e Uffici di Piano di Crema, Cremona e Casalmaggiore.

 Di seguito gli appuntamenti più rilevanti che hanno segnato il percorso:


- 21/01 Ufficio di Piano “Costruzione proposta generale del percorso di lavoro per il nuovo Piano di Zona;

- 28/01 Comitato ristretto dell’Assemblea dei Sindaci “Condivisione del percorso di lavoro per il nuovo Piano di Zona”

- 02/02 Coordinamento ASL e Uffici di piano “Costruzione di modalità integrate per i nuovi Piani di Zona”

- 04/02 Ufficio di Piano “Definizione del Gruppo di Lavoro distrettuale per il nuovo Piano di Zona” 

- 11/02 Gruppo di Lavoro “ Analisi delle linee guida regionali”

- 18/02 Gruppo di Lavoro “Modalità di valutazione del 4^ Piano di Zona”

- 23/02 Coordinamento ASL e Uffici di piano “Gli obiettivi di integrazione sociosanitaria per il nuovo triennio”

- 25/02 Assemblea Distrettuale dei Sindaci “ Linee guida regionali e percorso di lavoro in atto”

- 04/03 Gruppo di Lavoro “ La valutazione del 4^ Piano di Zona”

- 05/03 I^ Incontro aperto a tutti i soggetti sottoscrittori e aderenti al Piano di Zona. “Analisi valutativa del 4^ Piano di Zona e possibili obiettivi per il nuovo triennio”

11 marzo Gruppo di Lavoro “Definizione condivisa per gli obiettivi del nuovo triennio e primo confronto per la revisione del sistema di governance”

- 20/03 Coordinamento ASL e Uffici di Piano “ Sistema di conoscenza, azione integrata Asl e UUdP”

- 01/04 Gruppo di Lavoro “Definizione condivisa per gli obiettivi del nuovo triennio e preparazione dell’incontro aperto del 9 aprile”

- 02/04 Cabina di regia ASL e Comuni “Condivisione della proposta relativa alla tematica Sistema di conoscenza per il nuovo triennio” 

- 08/04 Gruppo di Lavoro “Definizione condivisa per gli obiettivi del nuovo triennio e preparazione dell’incontro aperto del 9 aprile”

- 09/04 II^ Incontro aperto a tutti i soggetti sottoscrittori e aderenti al Piano di Zona “Quali obiettivi per il nuovo Piano di Zona? Proposte e confronto”

- 13/04 Coordinamento ASL e Uffici di Piano “ Focus group di analisi del contesto 

- 15/04 Gruppo di Lavoro ”Definizione delle proposte per il nuovo triennio – analisi condivisa della bozza di documento”

- 22/04 Gruppo di Lavoro ”Definizione delle proposte per il nuovo triennio – Preparazione dell’incontro aperto del 30 aprile”

- dal 20 al 28 aprile Incontri sub ambito con Amministratori locali e operatori per la socializzazione della bozza finale del documento Piano di Zona e dell’Accordo di Programma;

- 30/04 Incontro aperto di illustrazione finale del Piano di Zona e (a seguire) Assemblea dei Sindaci per l’approvazione e la sottoscrizione dell’Accordo di Programma.



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