martedì 10 marzo 2015

SINTESI DEI CONTENUTI EMERSI NEL GRUPPO DI LAVORO: MODELLO ORGANIZZATIVO

Velocemente, proviamo a dare qualche pennellata circa il contenuto dell’Area di priorità Modello organizzativo, ogni approfondimento potrà essere trattato in un’altra sede mediante l’approfondimento su ogni singola schede di valutazione.

SEI AZIONI DI SISTEMA 
  • Un servizio sociale territoriale a forte coordinamento organizzativo e gestionale di livello distrettuale 
  • Revisione del modello di integrazione tra servizio sociale territoriale e servizi distrettuali TM e IL 
  • Consolidamento delle modalità di lavoro integrato con i servizi di area sociosanitaria e sanitaria 
  • Consolidamento delle relazioni di lavoro coordinato con l’Istituzione scolastica 
  • Consolidamento delle relazioni di collaborazione con il Tribunale e con la Procura della Repubblica 
  • Revisione e implementazione delle modalità di integrazione con l’Amministrazione Provinciale 
TEMPI: tutte le azioni si sono avviate e molte non sono ancora concluse poiché di impatto rilevante sul funzionamento dei diversi servizi e richiedenti un tempo di realizzazione più ampio rispetto al preventivato.

AZIONI/TESI DEL PDZ: Tutte le azioni sono state aderenti e rispondenti alle tesi che il IV PdZ si era prefigurato, provando a riprenderle appaiono da subito evidenti almeno quattro: 
  • dalle gerarchie alle alleanze ad es. l’individuazione delle equipe integrate tra servizio sociale territoriale e tutela minori e I.L. o le azioni integrate con Istituzione scolastica che in ogni singolo territorio sono state sperimentate; 
  • da sociale diverso da società a sociale uguale società ad es. le esperienze di cooprogettazione o il progetto Welfare legami. 
  • dal lavoro sulla gravità al lavoro sul potenziale ad es. le ipotesi organizzative sul come organizzare il segretariato sociale (sportelli d’ascolto) 
  • dalla delega alla corresponsabilità ad es. con l’individuazione delle equipe integrate (servizio sociale territoriale e tutela minori e I.L.) le azioni integrate con Istituzione scolastica e le azioni di formazione congiunte svolte. 
SOGGETTI COINVOLTI: Ogni azione ha coinvolto diversi attori sia del pubblico che del privato sociale sia tecnico che politici, e molte di esse addirittura sono state trattate a livello sovra distrettuale. Significativo sottolineare che le diverse azioni hanno coinvolto diverse professionalità e soprattutto diversi servizi territoriali – azioni di sistema sul mondo dei servizi socio-sanitari del distretto e della Provincia di Cremona. Non è semplice indicare il numero di persone coinvolte, ma certamente possiamo rilevare che hanno partecipato alle diverse azioni da 20 a 50 persone per azione.

BUDGET: per tali azioni i budget economici sono poco rilevanti, dando atto che le azioni messe in campo sono soprattutto svolte dal personale in essere nelle diverse organizzazioni e dunque da evidenziare quale valorizzazione di competenze e professionalità difficilmente quantificabili in budget. I numeri, però, rispetto le persone coinvolte in queste diverse azioni, ci dicono che l’impegno e il tempo dedicato è stato veramente significativo, tante le persone coinvolte dai 25/50 per azione.

AVVIO DEL FOCUS:
Indicate queste brevi punti di richiamo, Vi chiediamo dunque di scrivere UNA PAROLA CHIAVE per Voi significativa e che dica qualcosa della Vs. valutazione sul tema oggetto di riflessione, per cui dell’Area di priorità che il PDZ si era dato circa il Modello organizzativo.
Cercheremo insieme, poi, dando lettura alle diverse parole chiave di comprendere:
- punti di forza e criticità sull’argomento;
- trarre delle ipotesi interpretative;
- ipotizzare possibili linee di sviluppo.

PAROLE CHIAVE EMERSE:
condivisione – sistema complesso andamento frazionato – corresponsabilità – il bene comune è responsabilità collettiva – realizzazione – agire – speranza – timidezza decisionale – collaborazione e coprogettazione –territorio –verifica-parziale – professionalità/competitività –alleanza – sinergia-incertezza e cambiamento-coordinamento- valutazione – consolidare – attesa –legami – volontà.

PUNTI FORZA:
  • aver avviato un percorso di ripensamento sulle organizzazioni mettendo in dialogo i diversi attori e protagonisti delle politiche sociali anche a livelli di discussioni differenti;
  • aver avviato delle nuove alleanze anche se ancora poco stabili;
  • aver avviato una discussione sul ruolo professionale degli assistenti sociali e sviluppo di momenti di condivisione della nuova cultura del lavoro sociale;
  • riconoscere nelle azioni messe in campo nell’area di priorità del modello organizzativo aderenze/coerenza circa le ipotesi del IV Pdz con la consapevolezza che serve un tempo ulteriore per la loro piena attuazione;
  • il territorio cremasco è più dinamico e vivo rispetto altri territori della Provincia, ci si sente più coinvolti e di poter trovare spazi ove esprimere il proprio pensiero;
PUNTI CRITICITA’: 
  • si è osato un po’ poco nell’assumere scelte decisionali più incisive (timidezza decisionale) circa la ri-definzione dei modelli organizzativi pur sentendone l’esigenza;
  • troppe volte, nel tendere al cambiamento, si è tentato un approccio troppo fragile;
  • alcune azioni di riorganizzazione (es. gestione associata della funzione sociale) hanno creato ulteriori frazionamenti anziché tessere legami;
  • dover fare uno sforzo costante per poter tener agganciate le relazioni / legami / sinergie tra i diversi attori impegnati nella produzione dei servizi, che sembrano non autoalimentarsi;
  • la difficoltà di supportare un processo decisorio politico che sembra rallentare il processo di cambiamento;
  • il livello programmatorio non sempre riesce a trasferire le informazioni e a coinvolgere tutti gli operatori impegnati nella produzione dei servizi;
IPOTESI INTERPRETATIVE:

- Se è vero che non si esce da una situazione di crisi da soli, perché nel cambiamento spesso si cerca comunque di fare da soli? Il Bene comune deve diventare una strategia collettiva ma ancora troppo spesso ci si irrigidisce su propri ruoli e poteri e in questo sembra che le alleanze e corresponsabilità rimangano ancora troppo solo enunciate;
- La conoscenza dei fenomeni e del funzionamento dei servizi aiuta ad assumere la consapevolezza e dunque responsabilità decisionali significative;
- Non si esercita una responsabilità forte nel potere decisorio, quando viene meno la consapevolezza che l’attuale funzionamento delle organizzazioni a diversi livelli (servizi sociali comunali, sub ambiti, Comunità Sociale Cremasca, ufficio di piano, ASL, Cabina di regia interdistrettuale, comitato ristretto dei Sindaci e assemblea Consortile) non è efficiente e non è sufficientemente integrato e tale da rendere fluidi i passaggi comunicativi e informativi propedeutici anche all’approvazione di linee programmatorie.

LINEE DI SVILUPPO
- Ridefinire un azioni per discutere dei modelli organizzativi dei servizi e ma anche dei luoghi di governante che tendano a:
  • a partire dallo sguardo dei fruitori del servizio stesso;
  • ipotizzare modelli organizzativi che siano facilmente leggibili in termini di “convenienza” e/o “incentivanti” e tali da sollecitare il potere decisorio ad assumere scelte tempestive;
  • sviluppare un modello organizzativo nel quale ogni attore possa trovare interesse ad esserci per costruire – de costruire a partire dalla consapevolezza che stiamo maneggiando modelli organizzativi fortemente complessi, e dunque non statici nel tempo;
  • sviluppare un modello che tenga conto che il lavoro sociale dentro le pubbliche amministrazioni assume oggi una connotazione anche burocratica amministrativa e scelga dunque quali spazi/ambiti di priorità  attribuire realmente al lavoro sociale;
- Si sente l’esigenza di ridefinire spazi/luoghi ove ricomporre le conoscenze e le risorse circa i fondi relativi all’asse sociale che ASL e Enti Locali gestiscono;
- Promuovere spazi di riflessione non esclusivi –di pochi- ma più condivisi affinché ogni operatore sociale possa contribuire arricchendo il processo programmatorio a partire dal proprio angolo di osservazione;
- Ipotizzare azioni che supportano gli operatori sociali a mantenere viva la riflessione mediante anche spunti teorici e nella dimensione etica professionale nei diversi contesti di appartenenza.

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