22 Organizzazioni presenti: ACLI, Anffas, Camminiamo insieme, Donne contro la
violenza, Avulss, Punto famiglia, Consorzio Arcobaleno, Coop soc Altana, Coop
soc Le orme, Coop soc Il seme, Coop soc Iride, Coop soc Koala, Coop soc Krikos,
Coop soc Igea, Coop soc Lo scricciolo, Coop soc Ergoterapeutica, Coop soc
L’alternativa, Coop soc Scacco matto, Comunità Colbert, Caritas, Patronato
Acli, Ass. soc Crema.
6 Organizzazioni hanno giustificato l’assenza: Diversabilità, I girasoli, Coop soc Bessimo, Coop soc
San Giacomo, Coop soc Filikà, Fondazione benefattori cremschi.
L’Assemblea si è aperta con
l’introduzione dell’Assessore Capetti che ha delineato lo scenario di questi
mesi, ringraziando della partecipazione numerosa ed interessata del percorso di
costruzione del nuovo Piano di Zona.
La parola di Stanghellini ha
sintetizzato il processo ed i contenuti del Piano, evidenziando come
il prossimo triennio di
programmazione dell’ambito di Crema contiene diversi elementi che lo
contraddistinguono dalle precedenti esperienze di programmazione, a fronte di
indicazioni regionali articolate contenute nelle linee guida per il triennio e soprattutto
condizionate dal contesto di crisi.
Si richiede di avere più sguardi:
verso il territorio e la comunità locale nella ricchezza delle sue risorse e
potenzialità, verso i bisogni a volte drammatici dei cittadini, verso un lavoro
promozionale/preventivo dei problemi sociali, verso l’integrazione, in primis,
fra sociale e socio-sanitario.
Un primo passo importante di questa
nuova fase programmatoria è rappresentato dalla costruzione, in fase di
programmazione e in itinere, di un profilo di comunità che descriva le
caratteristiche della popolazione distrettuale utilizzando momenti di
partecipazione in grado di raccogliere una pluralità di componenti, organizzazioni
strutturate, pubblico e private, con relazionali e connessioni da riconoscere,
potenziare ed anche da conseguire.
In
particolare, come espresso nella quarta parte della BOZZA del Nuovo PdZ
Cremasco, si intende con la prossima triennalità avviare un percorso
strutturato e responsabile di monitoraggio e valutazione del Piano di Zona
stesso. Per la realizzazione del sistema ci si avvarrà, almeno nella prima fase
di avvio ed implementazione, di competenze specialistiche esterne alle
organizzazioni locali. Lo scopo principale è quello di osservare e leggere ciò
che si fa per apprezzare meglio il significato e il valore delle azioni
attivate. Un sistema di monitoraggio e di valutazione ben strutturato oltre ad
evidenziare le responsabilità degli attori coinvolti consente di dar conto
degli impegni previsti, dei risultati e degli effetti prodotti dagli interventi
realizzati, lontani dalla logica giudicante.
L’importanza della valutazione
è dettata innanzitutto dalla sua funzione di accompagnamento alla programmazione,
sia nella sua fase definitoria che nel corso di attuazione degli indirizzi del
piano. Oggi la valutazione è ancora agita molto raramente in quest’ottica e
molto spesso viene realizzata solo in concomitanza della scadenza progettuale
(in casi rari) e per la definizione della nuova programmazione. Non rappresenta
un momento di riflessione e monitoraggio che accompagna in itinere il percorso
di attuazione della programmazione, ma per lo più rappresenta un momento
ex-post di raccolta e analisi retroattiva dei dati e delle informazioni, al
fine di trarre indicazioni di orientamento utili per definire nuovi indirizzi.
Stante queste premesse si propone
la definizione e l’attuazione di un sistema di valutazione del
Piano, come parte fondante
della strategia di programmazione delle politiche sociali dell’ambito, che
accompagni il Piano di Zona cremasco alla definizione di piani operativi
annuali, sulla base di un periodico
monitoraggio dell’attuazione del piano e della sua valutazione in itinere.
Nella
costruzione del sistema di monitoraggio l’obiettivo principale sarà quello di
ricostruire la catena di senso che lega la definizione degli impegni previsti
nel progetto con le azioni realizzate e i risultati prodotti. Per ricostruire
la catena di senso partiremo dalla costruzione del sistema di rilevazione che
costituisce il cuore dell’intero processo, perché è la fase in cui l’idea di
sistema di monitoraggio si traduce in un insieme di informazioni strutturate
che danno evidenza all’oggetto e ai contenuti della rendicontazione.
Il presente Piano di Zona prevede che la
responsabilità e la funzione valutativa siano assunte dal Tavolo Locale del
Terzo Settore, ritenendolo questo
organismo il luogo più opportuno per curare questa partita.
Gli interventi a seguire hanno confermato
la bontà del lavoro fatto, senza far mancare la sottolineatura della riduzione
delle risorse economiche e della poca chiarezza futura nelle indicazioni
regionali, lasciando le comunità locali ed i loro operatori nella precarietà di
progettare senza un contesto definito e stabile nel versante normativo e di
finanziamenti.
Le prossime settimane costituiscono un
ulteriore spazio di riflessione e di rielaborazione dei contenuti della Bozza,
in attesa della sua approvazione nell’Assemblea dei 48 Sindaci del Distretto,
all’interno del Convegno organizzato il 28 marzo nell’Aula Magna
dell’Università di Crema. Evento finale del percorso di costruzione partecipata
del Piano di Zona 2012-2014 dell’Ambito Cremasco.
Nel
mese di aprile ciascuna organizzazione potrà aderire al Piano approvato nelle
modalità che verranno suggerite. Successivamente verrà riproposta la
composizione della Commissione Operativa.
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