martedì 31 maggio 2011

FONDO SOCIALE REGIONALE: NOVITA'


Formigoni: il welfare 2011? Indenne dai tagli
25 maggio 2011 
(Ln - Milano) La Giunta Formigoni mette in campo quasi 63 milioni di euro in più per le politiche sociali e salva, unico governo regionale in Italia, il welfare lombardo 2011 dalla mannaia imposta dalla crisi economica internazionale. Il "miracolo", annunciato dal presidente Formigoni e dall'assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli, è frutto di un impegno di tutti gli assessori regionali "che hanno condiviso - ha spiegato Formigoni - la centralità della persona come criterio chiave della nostra visione politica". 
E così gli stanziamenti 2011 sono sugli stessi livelli dello scorso anno, dopo che i tagli imposti a seguito della crisi economica internazionale avevano ridotto drasticamente i fondi per le categorie più deboli. Con grande soddisfazione delle numerose e importanti associazioni del terzo settore impegnate su questo fronte, del sindacato, degli enti locali (Anci).

Ecco in dettaglio le voci: 


- Fondo Sociale: 70 milioni, 30 in più rispetto alla previsione iniziale che era di 40; 


- Politiche per la Famiglia: 16 milioni, 9,5 in più rispetto ai 6,5 iniziali; 


- Politiche di Conciliazione: 10 milioni, in precedenza non erano previsti fondi; 


- Attività sociale degli oratori: 2,7 milioni (mentre inizialmente non erano previste risorse); 


- Aiuto all'alimentazione: 700.000 euro da destinare al Banco Alimentare che, muovendo cibo e derrate per un totale di 20 milioni di euro l'anno, distribuisce alimenti a circa 600 organizzazioni; 

- Fondo Nasko: 5 milioni (anche qui non erano previste risorse) per sostenere economicamente le mamme che decidono di rinunciare all'interruzione di gravidanza; - Cooperazione allo sviluppo: 2,8 milioni (non erano disponibili fondi); 

- Reinserimento sociale dei detenuti: 2 milioni euro (zero risorse previste inizialmente). A queste nuove risorse vanno poi aggiunte quelle deliberate la settimana scorsa dalla Giunta che ha stanziato per l'assistenza domiciliare altri 40 milioni oltre ai 90 già previsti.

"Nonostante i gravi tagli imposti alle Regioni e in particolare alla Lombardia che ha dovuto rinunciare a 1 miliardo e 400 milioni di euro - ha sottolineato il presidente Formigoni - siamo riusciti a riportare i fondi destinati alle politiche sociali agli stessi livelli dello scorso anno, grazie al lavoro dell'intera Giunta regionale, degli assessori, del presidente e delle associazioni con cui abbiamo voluto condividere le modalità e la ripartizione delle risorse". "Da sempre - ha proseguito il presidente Formigoni - poniamo al centro della nostra politica la persona, la famiglia, i bisognosi, orientando le nostre azioni in un'ottica di politica sussidiaria che ci ha permesso di valorizzare lo straordinario e formidabile impegno di chi lavora come volontario nelle associazioni".



Soddisfatti gli esponenti delle associazioni che hanno apprezzato il lavoro della Giunta regionale della Lombardia e del presidente Formigoni che ha mantenuto gli impegni assunti ancora non più tardi di una settimana fa, in occasione della manifestazione dei disabili organizzata nel piazzale antistante la Stazione Centrale di Milano. 


"Ho scritto al ministro del Welfare Sacconi - ha aggiunto il presidente - per informarlo delle decisioni assunte da Regione Lombardia, manifestando anche il nostro forte invito al Governo a lavorare nella stessa direzione, ossia a ripensare e ridurre i tagli alle politiche sociali". Ulteriore invito è stato rivolto al ministro degli Esteri Franco Frattini a "definire un Accordo Quadro per la Cooperazione internazionale in modo che si possano ottimizzare le risorse".


"In Lombardia - ha detto l'assessore Boscagli - ci sono 3.000 oratori, pari al 50% di quelli presenti in Italia e 57.000 posti in RSA, la metà circa di quelli disponibili a livello nazionale: quindi metà del welfare nazionale. E' doveroso che i tagli apportati dal Governo alle politiche sociali tengano conto di questa realtà. Le nuove risorse destinate a questo settore premiano anche l'idea di assistere le donne che rinunciano all'aborto e fanno nascere i figli: con il Fondo Nasko siamo arrivati in un solo anno di attività ad aver salvato 1.000 vite, un risultato decisamente incoraggiante". 


Oltre all'apprezzamento del presidente di Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità), Fulvio Santagostini, di don Edoardo Algeri (Federazione Lombarda Centri Assistenza alla Famiglia) e di don Pierluigi Codazzi (delegato per gli oratori) la decisione della Regione ha ricevuto un convinto sostegno anche da Gigi Petteni, segretario Cisl Lombardia: "E' stata fatta una scelta fondamentale per il futuro della Lombardia - ha detto - perché con azioni di questo tipo si mantiene la coesione sociale e si costruiscono energie positive per lo sviluppo". Secondo Mario Melazzini, presidente (AISLA) Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, "Regione Lombardia risponde concretamente con i fatti privilegiando il bisogno e ascoltandolo: i consistenti fondi destinati all'assistenza domiciliare permetteranno alle persone fragili di essere accudite a casa ed essere protagoniste del loro percorso di vita". 


Anche ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), rappresentata da Giacomo Bazzoni, che è anche presidente della commissione welfare nazionale, ha elogiato un "risultato stupendo", condividendo lo stesso entusiasmo di Lele Pinardi (Associazione Colomba, cooperazione internazionale) e di Paola Bonzi, Centro Aiuto alla Vita della Mangiagalli.

lunedì 2 maggio 2011

ASSEMBLEA DEI SINDACI – PIANO OPERATIVO 2011 approvato nella riunione del 28 Aprile 2011

Si riporta l'intervento integrale che l'Ass.re Capetti ha fatto a nome del Comitato Ristretto e in qualità di rappresentante del Comune di Crema - ente capofila dell'ambito Distrettuale Cremasco

Questa Assemblea dei Sindaci segna il punto d’arrivo di un lungo percorso di confronto che ha posto in evidenza molti problemi:
-         Le risorse economiche esterne e aggiuntive sono sempre meno e saranno sempre di meno in futuro;
-         La problematiche sociali sono in continuo incremento sia nei termini della complessità sia per quanto riguarda le dimensioni dei fenomeni;
-         Di contro s’intravedono segnali importanti e positivi di attivazione di “componenti” della società civile che vogliono “fare la loro parte”, che aspirano ad agire un ruolo attivo verso l’obiettivo dello “star bene” della nostra gente;
-         I nostri servizi, i nostri operatori sociali, hanno maturato una consapevolezza ed una rilevanza sempre crescente nello scenario delle politiche sociali, non solo come erogatori di prestazioni ma soprattutto come agenti e attivatori di progettualità personalizzate e di comunità
Dal 2002, anno di inizio dei piani di zona ad oggi, i comuni e altri soggetti della società civile che compongono l’Ambito Territoriale Cremasco hanno fatto un percorso insieme. Sicuramente i livelli di consapevolezza, di convinzione e di motivazione sono stati e sono tuttora diversi. Ma si è fatto un pezzo di strada insieme, con alti e bassi, con fatiche e soddisfazioni.
Approvando questo Piano Operativo, l’Assemblea deve porsi delle domande:
  • Chiudiamo questo terzo Piano di Zona, finalizziamo le risorse attribuite e anche il 2011 “lo portiamo a casa”, ma cosa faremo dopo?
  • Il quarto Piano di Zona, dal 2012 in poi, come ci troverà?
  • Quali sono le nostre motivazioni che ci portano a continuare a lavorare insieme?
Il problema, per essere chiari, non deve ridursi nel dibattito Azienda SI o Azienda NO. Siamo di fronte a scenari che non  possono essere letti solo come un problema organizzativo o gestionale.
La questione è prima di tutto politica e riguarda le scelte strategiche che noi amministratori siamo chiamati a fare per il nostro territorio.
Come nei precedenti appuntamenti importanti che hanno segnato il nostro percorso, riteniamo necessario porre particolare attenzione a queste scelte che sono competenza esclusiva di chi amministra i comuni del territorio. Questa è una partita che non vogliamo e non possiamo delegare ad altri, anche se sarà importante non muoverci da soli, ma coinvolgere le diverse componenti la società civile che già hanno manifestato la volontà di mettersi in gioco
Per dare concretezza a questo percorso di analisi, di confronto e d’indirizzo il Comitato Ristretto dell’Assemblea dei Sindaci propone la costituzione di un gruppo di studio e di progettazione, composto da amministratori, che con l’ausilio di un supporto tecnico, possano sviluppare un’ipotesi di scenario per il futuro del nostro sistema di welfare locale a partire dal 2012.
Si tratta di fare i conti con la realtà, senza abdicare e senza venir meno al nostro ruolo di garanti e promotori di opportunità di benessere per i nostri cittadini.
A) Si tratta quindi di uscire dalla stratificazione che a volte caratterizza la nostra idea di servizi sociali e di iniziare a lavorare per introdurre degli elementi di cambiamento, di novità a partire da una più puntuale definizione di cosa ci vogliamo occupare, di quali sono i nostri interlocutori privilegiati e quali i nostri destinatari di riferimento.  
B) Si tratta di imparare a sviluppare una reale co-progettazione con le diverse espressioni di impegno del terzo settore, dell’associazionismo, della cooperazione, degli enti di promozione sociale, delle diocesi, … . Una co-progettazione che non sia delega ad altri di ciò che non riusciamo più a fare noi, ma che sia condivisione di obiettivi, di percorsi integrati, di strategie sostenibili d’intervento.
C) Si tratta infine di una nuova apertura alla comunità, ai cittadini, alla gente per una partecipazione della comunità ai problemi della comunità stessa. Il nostro Piano di Zona 2009/2011 ha posto al centro la dimensione comunitaria del lavoro sociale e, in parte, siamo riusciti a fare passi in avanti per un dialogo sempre più forte con il terzo settore. Ma il sociale non può rimanere una questione riservata agli addetti ai lavori: il benessere della comunità deve diventare un “problema “ di tutte le componenti della comunità, anche di quelle parti che sono risorsa, che possono divenire elemento di forza per far fronte a situazioni di bisogno. Questo sarà possibile solo nella misura in cui sapremo riattivare la partecipazione, se sapremo riavvicinare la politica alla gente, se avremo la forza di promuovere corresponsabilità per il bene comune, l’impegno di tutti per il benessere della comunità.  
Il Comune di Crema, che questa sera sono qui a rappresentare, in qualità di ente capofila dell’Ambito territoriale dichiara la propria ferma convinzione sulla necessità di operare questo investimento e si propone di guidare il cammino di confronto che segnerà i prossimi mesi di questo importante anno 2011.
 Il Piano Operativo che questa sera è all’approvazione ci richiama poi ad alcuni punti di attenzione che, in linea con quanto detto, assumono una particolare rilevanza nel contesto di fatica che stiamo vivendo:
1)      Siamo tutti impegnati a ri-delineare un rapporto chiaro e forte che ci deve essere tra i comuni e la nostra azienda Comunità Sociale Cremasca. I comuni sono titolari dei servizi che sono affidati alla gestione di Comunità Sociale. E’ necessario che questo aspetto non venga mai dimenticato. Per questo motivo i comuni e l’azienda sono chiamati a lavorare insieme con i medesimi obiettivi, pur nella specificità dei ruoli. Il meccanismo di delega che facilmente degenera in disinteresse da parte dei comuni, o l’autoreferenzialità che rischia di divenire motivo di contrapposizione da parte dell’azienda, non possono trovare giustificazione e sono anzi elementi deleteri del nostro sistema. Si può lavorare sugli statuti, si possono modificare gli assetti istituzionali e organizzativi, ma prima di tutto si deve ribadire e condividere che la titolarità delle politiche sociali è dei comuni e che l’azienda opera, su mandato dei comuni stessi, per la piena attuazione e per lo sviluppo dei piani e dei programmi condivisi. Ciò assume particolare rilevanza in relazione a importanti aree di intervento quali la tutela dei minori, l’inserimento lavorativo, l’accreditamento delle unità d’offerta e la gestione complessiva dei finanziamenti.
2)      L’integrazione sociosanitaria è prima di tutto un’esigenza per i cittadini, anche se a volte rimane una strategia dichiarata dagli enti. Questo obiettivo ci impone di investire nuove energie per dare continuità a strumenti quali il Centro per la Domiciliarità (CEAD) o la Porta Unitaria di Accesso (PUA). In particolare ci preme richiamare l’importanza di giungere alla sottoscrizione congiunta da parte dei Comuni, dell’Asl e dell’Azienda Ospedaliera di un protocollo per la continuità assistenziale che possa essere di riferimento a beneficio degli utenti che vivono percorsi di cura spesso frammentati e poco coordinati.
3)      Il 2011 è l’anno per la redazione della Carta D’Ambito, una guida al sistema dell’offerta pubblica e del privato sociale in tema di servizi socio assistenziali e  socio sanitari. Questo obiettivo vede le nostre amministrazioni impegnate per la raccolta dei dati e per la massima collaborazione alla redazione di questo strumento. Questo obiettivo sarà campo di lavoro e di impegno prioritario del Tavolo Locale del Terzo Settore che con noi opererà per lo sviluppo dello strumento. Essendo il 2011 l’Anno Europeo del Volontariato è questa anche l’occasione per porre in evidenza tanti esempi di disponibilità e di dedizione, anche non formalizzata, che segnano come elemento di ricchezza il nostro territorio.
4)      Le amministrazioni comunali saranno chiamate nel 2011 a porre particolare attenzione al tema del lavoro facendo dei passi e delle scelte concrete. Da un monitoraggio che è stato fatto lo scorso anno è emerso che solo pochi comuni si avvalgono delle possibilità previste dalla legge 381 di affidamento diretto di servizi a cooperative di tipo B in cambio di inserimenti lavorativi di soggetti con problematiche sociali. Quest’anno tutte le amministrazioni saranno chiamate a valutare questa possibilità e, attraverso un’azione di coinvolgimento e di sensibilizzazione, ad aderire al percorso. Il lavoro è un tema cruciale e noi sindaci e assessori che conosciamo il nostro territorio possiamo farci parte attiva per smuovere le disponibilità dei datori di lavoro e per promuovere una maggiore responsabilità sociale delle imprese. In primo luogo però siamo tenuti ad avvalerci delle opportunità che la legge ci offre per dare concretezza al nostro dire.
5)      La carenza di risorse ha colpito diverse aree del nostro il Piano Operativo. Il Comitato Ristretto propone all’Assemblea di condividere i seguenti indirizzi politici:
·         Finalizzare eventuali risorse aggiuntive derivanti dal Fondo Sociale Regionale e dal contenimento di costi che potrà verificarsi nel corso dell’anno a compensare il 10% di minor trasferimento ai comuni per il rimborso delle spese per interventi di Tutela dei Minori;
·         Presentare ipotesi progettuali su tutti i bandi di possibile finanziamento al fine di sostenere/sviluppare le progettualità di area preventivo promozionale già contenute nel Piano di Zona. In questi mesi abbiamo già inoltrato 3 richieste di finanziamento alla Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, 1 richiesta sui fondi emblematici minori della Fondazione Cariplo e stiamo elaborando una proposta progettuale per il Bando Cariplo Housing Sociale.
·         Chiudere l’accordo con l’ASL per la questione del debito relativo alla gestione CSE anno 2010 .

      Il Piano Operativo è lo strumento annuale di attuazione del Piano di Zona. Quest’anno è anche una scommessa sulla possibilità di dare continuità e sviluppo alla dimensione distrettuale del lavoro sociale.
In un momento di crisi come questo sta a noi subire la crisi o farci carico della realtà per giungere a delle scelte che ci permettano, nel migliore dei modi, a continuare ad interpretare nel futuro il nostro mandato istituzionale per il bene dei nostri cittadini.